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Quadri d'Autore

La mia arte è il potente grido di vita nel silenzio di chi Resiste

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Dal movimento alla metafora della vita:
la narrazione mitologica del quotidiano

 

Sono Angela Margherita Leotta (1974, Catania) una pittrice neo-figurativa di matrice espressionista e visionaria, che vive e lavora a Como.

 

La mia pittura, nasce da un processo di interiorizzazione di fratture sociali legate a migrazioni, guerre, violenza, disagio psichico, che empaticamente assorbo e rielaboro attraverso un linguaggio nutrito di libere associazioni e interrogazioni etiche.

 

La mia ricerca non si abbandona a un nichilismo passivo, ma adotta una postura possibilista, che apre interrogativi sull’agire umano e sul ruolo dell’arte di fronte a tensioni e urgenze esistenziali.

 

Al centro della mia indagine stanno il volto e il corpo, e il senso del movimento, della metamorfosi, intesi, tutti questi, come luoghi rivelatori della vulnerabilità, della resilienza e di un possibile riscatto dell’umano, in una parola, luoghi rivelatori della metafora della vita: la narrazione mitologica del quotidiano.. in cui la storia del singolo diventa storia di tutti, universale.

 

La mia arte è il potente grido di vita "dei senza voce", sublime dramma, ostinato miracolo, meraviglioso silenzio di chi, nonostante tutto, continua a Resistere..

 

​Il processo creativo, inizia con l’osservazione di archivi fotografici, i cui soggetti, provenienti dai più disparati contesti, vengono mentalmente estrapolati, spersonalizzati dal loro senso di origine e trasportati su tela, assumendo nuovi significati, da cui traggo energia creativa e ispirazione assecondando un naturale processo interiore di tipo inconscio, dove anche l'improvvisazione e le libere associazioni giocano un ruolo determinante, solo, in apparenza, casuale.

 

Mia convinzione profonda è che ogni Inconscio dica più di quanto manifesti ogni coscienza. Il lavoro compositivo quindi che ne risulta, non è precostituito.

 

Segue la seconda fase del processo creativo, in cui il segno tracciato su tela definisce la composizione di sguardi e di posture. Una volta chiarita la direzione del lavoro, nella terza ed ultima fase, libero il fiume gestuale della pittura, come flusso di coscienza, improvvisando liberamente su tela e trasgredendo il disegno sottostante.. creando così, volti e corpi, in cui figurazione e astrazione dialogano, volti e corpi che emergono da sfondi che risuonano fluidi, indefiniti, e che vibrano attraverso le linee forza che emanano dai volti e dai corpi. 

 

Io utilizzo l'olio, i pastelli a olio ma prediligo guazzo e acrilico per la loro immediatezza e rapidità di asciugatura, che ben si accordano con il ritmo istintivo del mio gesto. Dipingo con pennelli a setole dure per enfatizzare la forza del segno e la densità della pennellata. Il colore domina la scena, con una particolare insistenza sul rosso, simbolo di lacerazione ma anche di trasformazione, energia e movimento.

Opere come Fuck War and Violence, in Chorus (2023), I Mercanti di guerra (2023) e Il vaso di Pandora (2025), scuotono chi osserva, coinvolgendolo nella scena affinché si senta parte in causa di ciò che vi si dispiega. Io non miro a offrire risposte prescrittive ma piuttosto, aprire spazi di riflessione che permettano di riconsiderare la propria posizione rispetto agli accadimenti del mondo.

L'arte non è ciò che vedi,
ma ciò che fai vedere agli altri.
(Edgar Degas)
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